Turchia. La delegazione italiana non parteciperà al Meeting OMS di Izmir

Turchia. La delegazione italiana non parteciperà al Meeting OMS di Izmir Modena, Udine e Milano rinunciano alla partenza per dare un segnale politico all’OMS Europeo su quanto sta succedendo nel paese sul Bosforo. L’incontro delle delegazioni europee è previsto dal 20 al 22 giugno

Comunicato stampa

Modena, 18 giugno 2013

 

“Dal 20 al 22 giugno avremmo dovuto rappresentare l’Italia al Meeting Europeo previsto a Izmir, in Turchia. Ma, dopo aver letto sui giornali che anche alcuni medici che soccorrevano i manifestanti sono stati arrestati abbiamo formalizzato la nostra disdetta ai responsabili dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità”. Simona Arletti, presidente della Rete Italiana Città Sane OMS e assessore all’Ambiente del Comune di Modena, spiega così la decisione della delegazione italiana di non partecipare al vertice dei rappresentanti della Rete Città Sane OMS in Europa. Una decisione presa insieme ai vicepresidenti Furio Honsell, sindaco di Udine, e Pier Francesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, entrambi rappresentanti del gruppo italiano. “Abbiamo comunicato ai referenti dell’Ufficio Europeo dell’OMS che non saremo presenti per dare un messaggio politico chiaro” continua Arletti “non possiamo partecipare ad un incontro internazionale dedicato alla lotta alle disuguaglianze e al rispetto del diritto della salute di ogni cittadino che si tenga in un paese in cui sentiamo che i diritti fondamentali dell’essere umano non sono attualmente rispettati. Dopo aver letto le ultime dichiarazioni del Primo Ministro Erdogan in cui afferma di non riconoscere il Parlamentoo Europeo, ci siamo sentiti in dovere di dare un segnale. Abbiamo anche chiesto che il Meeting venisse spostato a data da destinarsi. Per noi è una perdita perché il lavoro sarebbe stato incentrato sull’attivazione della sesta fase di lavoro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità con le linee guida per le prossime politiche da qui al 2018, ma davvero pensiamo sia opportuno dare un segnale alla Turchia e al suo governo. Far parte dell’Europa significa innanzitutto rispettare i diritti dei cittadini e condividere i valori fondanti della nostra comunità internazionale”.

 

Ultimo aggiornamento

18 Giugno 2013, 09:36