Le città nell’impegno contro il cancro: scelte che fanno la differenza

Ogni anno, il 4 febbraio, la Giornata Mondiale contro il Cancro deve ricordarci che questa malattia non riguarda solo il sistema sanitario, ma l’intera società. La prevenzione, il supporto ai malati e il miglioramento della qualità della vita passano anche dalle scelte che facciamo come comunità e, di conseguenza, come città. Se il cancro è una sfida globale, la risposta deve essere concreta e radicata nei territori in cui le persone vivono.

Le città possono e devono fare molto. A partire dalla prevenzione, che non è solo una responsabilità individuale, ma il risultato di un ambiente che incentiva scelte di vita sane. La disponibilità di spazi verdi, la promozione della mobilità attiva, il contrasto all’inquinamento urbano e alla pubblicità di cibi nocivi sono azioni che i Comuni possono adottare per ridurre i fattori di rischio oncologico. Vietare il fumo in alcune aree pubbliche, sostenere campagne di educazione alimentare e incentivare un’urbanistica che promuova il benessere sono strumenti concreti di prevenzione. Queste scelte non riguardano solo il singolo, ma l’intera comunità, che può essere guidata verso stili di vita più salutari con interventi mirati.

Le città possono anche fare la differenza per chi già affronta la malattia. L’accesso alle cure non è solo questione di ospedali ben funzionanti, ma anche di trasporti pubblici efficienti, assistenza domiciliare e servizi di accompagnamento per chi deve sottoporsi a terapie. Alcuni Comuni hanno attivato reti di volontariato per garantire un aiuto pratico ai malati oncologici e alle loro famiglie: un esempio di come il welfare di prossimità possa migliorare concretamente la vita delle persone. Inoltre, la disponibilità di spazi e risorse per accompagnare il percorso di chi affronta una malattia oncologica, anche dal punto di vista psicologico, è un segnale di civiltà che non può essere trascurato.

Infine, le città sono comunità, e la dimensione sociale della malattia non può essere ignorata. Chi affronta il cancro spesso deve gestire non solo il dolore fisico, ma anche un senso di isolamento. Il ruolo delle reti di solidarietà è fondamentale: luoghi di incontro, gruppi di auto-mutuo-aiuto, supporto psicologico accessibile fanno la differenza. Le città devono promuovere spazi di aggregazione inclusivi, per non lasciare nessuno solo in questa battaglia. In questo senso, una città che investe nel sostegno reciproco e nelle relazioni sociali contribuisce alla salute pubblica nel senso più ampio.

Un esempio concreto di questo impegno è rappresentato dalla Rete Città Sane dell’OMS, che promuove politiche urbane orientate alla salute e al benessere dei cittadini. Molte città aderenti alla rete hanno avviato iniziative per migliorare la prevenzione oncologica, sostenere la qualità della vita dei malati e ridurre i fattori di rischio ambientali. La collaborazione tra amministrazioni locali, servizi sanitari e comunità è fondamentale per creare ambienti urbani che favoriscano il benessere di tutti.

L’impegno contro il cancro non si gioca solo negli ospedali, ma anche nelle scelte politiche, sociali e urbanistiche che determinano il nostro modo di vivere. Le città possono favorire la salute o metterla a rischio. I cittadini, con il loro voto e il loro impegno, possono scegliere di farsi amministrare da chi non considera la salute pubblica un tema marginale, ma una priorità concreta. Il diritto a vivere in un ambiente che protegge e sostiene è una responsabilità collettiva. Ed è nelle urne che questa visione può essere rafforzata, scegliendo amministratori con la volontà di fare della salute una parte integrante delle scelte urbane. Le città e le comunità possono prendere questa strada, ma serve la volontà di guidarle in quella direzione. E per farlo servono scelte consapevoli. Tocca a noi.

Ultimo aggiornamento

4 Febbraio 2025, 14:31